Il recepimento della Direttiva Bolkestein da parte dello Stato Italiano ha introdotto molte novità nel settore della distribuzione commerciale e della somministrazione. La liberalizzazione ha di fatto privato gli Enti Locali dei tradizionali strumenti di governo (e controllo) del territorio. Ciò rappresenta sicuramente un progresso, perché consente al mercato locale di aprirsi alla concorrenza con benefici notevoli per i consumatori. Ma richiede anche ai Comuni di trovare nuove forme di gestione del settore, che evitino che la giusta istanza di liberalizzazione introdotta dalla Bolkestein si traduca in nuove forme di monopolio e nella cannibalizzazione del territorio.
Inoltre, entro il 18 Ottobre 2009 i Comuni toscani, avrebbero già dovuto definire i criteri per l'insediamento e il dimensionamento delle attività commerciali di medie dimensioni, nel rispetto degli standard urbanistici previsti dalla normativa (approfondisci gli adempimenti necessari).
Siamo alla fine del 2010. I Comuni che non hanno ancora provveduto ad adeguarsi alle novità normative, oltre ad essere inadempienti sia rispetto alla normativa commerciale, sia rispetto alla normativa urbanistica, possono andare incontro a numerose conseguenze negative (approfondisci).
Di fatto i piani e i regolamenti vigenti, se non adeguati alle novità normative, non possono essere più applicati, soprattutto nelle parti che mettono vincoli all'apertura di nuove strutture di vendita. Come confermato anche da recenti sentenze del Consiglio di Stato, i Comuni senza piano rischiano di non potersi opporre ad una colonizzazione indiscriminata delle zone più pregiate del territorio da parte delle grandi catene di distribuzione commerciale.
E' quindi necessario procedere in tempi rapidi all'adeguamento degli strumenti urbanistici e commerciali.
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