Di seguito sono riportate le principali modifiche al Codice del commercio (l.r. 28/2005) e alla legge sul Governo del territorio (l.r. 1/2005) che recepiscono sostanzialmente quanto introdotto dal decreto Salva Italia in tema di liberalizzazioni nell’ambito della pianificazione commerciale.
Al fine di introdurre nell’ordinamento regionale un sistema di pianificazione per l’insediamento di grandi strutture di vendita finalizzato alla tutela dell’ambiente, ivi compreso l’ambiente urbano, del paesaggio e dei beni culturali, della salute e dei lavoratori, è stato disposto che il piano d’indirizzo territoriale (PIT) detti le prescrizione e gli indirizzi per l’insediamento di medie e grandi strutture di vendita, e che le previsioni comunali di grandi strutture di vendita siano assoggettate a una verifica di sostenibilità avente lo scopo di verificare a livello di ambiti sovracomunali il rispetto delle suddette prescrizioni. La valutazione a livello sovracomunale è necessaria in ragione degli effetti che possono avere le grandi strutture.
In ragione del fatto che il PIT e, successivamente, gli strumenti di pianificazione dei comuni e delle province devono essere adeguati al nuovo quadro normativo, è stata prevista una disciplina transitoria per le destinazioni in essere alla data di entrata in vigore della presente legge. Tale disciplina prevede sostanzialmente una verifica di sostenibilità territoriale di livello sovracomunale, che si rende necessaria in quanto tali previsioni sono state adottate nell’ambito di un sistema che regolava lo sviluppo di grandi strutture mediante un contingentamento quantitativo e quindi le stesse potrebbero essere state previste non tenendo conto di elementi necessari per la compatibilità con il nuovo sistema.
La disciplina per l’inserimento di nuove destinazioni d’uso per grandi strutture durante il periodo di adeguamento degli strumenti di pianificazione al nuovo quadro normativo è necessaria per garantire, durante tale periodo, che la possibilità di nuove aree destinate all’insediamento di grandi strutture venga effettuata nel rispetto di criteri di sostenibilità territoriale, valutati con una verifica in sede di conferenza a livello sovra comunale. A tali fini è prevista una conferenza di pianificazione, nuovo istituto concertativo.
La conferenza di Pianificazione è composta dai tecnici dei comuni appartenenti all’ambito sovracomunale, della Regione e della provincia nonché dei comuni confinanti ricadenti in altro ambito sovracomunale. La conferenza è inoltre chiamata a valutare la sostenibilità degli interventi e la sussistenza delle condizioni per applicare la perequazione intercomunale.
La verifica di sostenibilità territoriale a livello sovracomunale delle previsioni di destinazioni d’uso per grandi strutture di vendita è effettuata sulla base dei seguenti criteri:
Viene introdotto il nuovo istituto della perequazione territoriale a cui si potrà ricorrere nel caso di previsioni di grandi strutture di vendita. La perequazione è prevista in considerazione degli oneri, sia territoriali che ambientali, che deriveranno dalla realizzazione della grande struttura ed a tal fine sono previste adeguate perequazioni per i comuni ricadenti nell’area limitrofa. I comuni e la provincia interessati, attraverso la sottoscrizione di un accordo, istituiscono un apposito fondo nel quale far confluire risorse proprie e parte degli oneri derivanti dall’attività edilizia. Gli enti coinvolti decidono le modalità di costituzione e di gestione del fondo.
Obiettivo prioritario è l’elaborazione del Piano della mobilità ciclistica contenente il quadro della situazione attuale e le indicazioni di previsione delle infrastrutture e dei servizi, nonché la redazione di criteri e regole per gli strumenti urbanistici comunali, ai fini dello sviluppo della mobilità ciclistica nel comune.
Si prevede uno studio finalizzato a descrivere la condizione attuale della rete ciclabile comunale e a definire il quadro delle potenzialità della mobilità ciclistica nel territorio del comune, con riferimento ai seguenti aspetti:
Saranno, inoltre, presentate indicazioni per le previsioni di interventi e azioni per la mobilità ciclistica e per il trasferimento di buone pratiche in ambito comunale, riferite agli aspetti sopraindicati.
Il nostro modello di lavoro prevede sia lo svolgimento di fasi di lavoro desk; sia ricognizioni sul campo per la valutazione delle condizioni esistenti della rete ciclabile e la definizione di indicazioni per lo sviluppo della rete ciclabile, degli itinerari cicloturistici e delle altre infrastrutture e servizi dedicati alla mobilità ciclistica.
Sono pertanto previste le seguenti prestazioni:
La fornitura del servizio comprende anche la partecipazione a incontri e presentazioni per la diffusione e la discussione del lavoro.
Simurg Ricerche offre anche la propria esperienza per la progettazione (preliminare, definitiva ed esecutiva) della rete ciclabile e dei servizi connessi. Inoltre sarà possibile attivare un servizio di monitoraggio e ricerca finanziamenti per concorrere ai vari bandi di finanziamento che saranno pubblicati da Regione Toscana o da altri soggetti finanziatori.
La Regione Toscana, con decreto dirigenziale n. 6467 del 28.12.2012, ha approvato l' avviso di manifestazione di interesse per la quarta raccolta di progetti per l’accesso ai finanziamenti con procedura negoziale di interventi relativi a infrastrutture per il turismo e il commercio - annualità 2012-2013.
La presentazione dei progetti da parte dei soggetti pubblici è aperta fino al 30 aprile 2013 (data ultima per la tramissione della documentazione sulla piattaforma web di sviluppo Toscana: www.sviluppo.toscana.it).
Grazie alla nostra esperienza nell’ambito della pianificazione commerciale e urbanistica e della redazione dei Piani Integrati di Riqualificazione, abbiamo predisposto un servizio di assistenza rivolto alle Amministrazioni Comunali che volessero partecipare al Bando.
Si tratta di servizio di assistenza completo, che, dopo una preliminare verifica delle condizioni di fattibilità, va dalla redazione del progetto alla presentazione della domanda.
Il servizio è quindi modulare e comprende:
a) valutazione preliminare di fattibilità (GRATUITA);
b) assistenza completa su tutte le attività previste dal Bando;
c) assistenza mirata su fasi specifiche dell’istruttoria.
Enti pubblici: Province, Comuni e Unioni di Comuni localizzati nel territorio regionale toscano.
1. Riqualificazione di centri abitati funzionale all’insediamento e al rinnovo dell’offerta commerciale nei centri storici e a migliorare la qualità della vita e la fruibilità degli spazi e servizi a destinazione collettiva;
2. Infrastrutture che permettano una maggiore fruizione turistica in armonia con lo sviluppo sostenibile del territorio;
3. Valorizzazione e sviluppo delle strutture destinate a ospitare esposizione fieristiche e congressuali di livello nazionale.
Entità delle agevolazioni: progetti di investimento con un costo ammissibile massimo di euro 900.000 e non inferiore ad euro 250.000.
Periodo di validità delle spese: Le spese ammissibili sono quelle effettivamente pagate a decorrere dal 1/1/2007 e relative a progetti i cui lavori non siano stati ultimati prima del 1/1/2007 (art. 56 comma 1 del Reg. (CE) n. 1083/2006). Tutte le operazioni devono essere concluse entro il 31/12/2015 e pagate e rendicontate entro il 30/06/2016.
Richiedi la valutazione preliminare di fattibilità e, se lo desideri, un preventivo personalizzato.
Per informazioni:
Scheda di sintesi del Bando (Simurg)
Decreto dirigenziale n. 6467 del 28.12.2012
Bando integrale (Allegato A del DD 6467/2012)
L’aspetto fondamentale della Legge è il riconoscimento della mobilità ciclistica quale terza componente essenziale della mobilità urbana, assieme alla mobilità motorizzata privata e a quella pubblica collettiva, e da questo riconoscimento l’individuazione di una serie di azioni e provvedimenti, compresi i relativi finanziamenti, per attuare gli obiettivi di sviluppo della mobilità in bicicletta.
I comuni, anche in forma associata, redigono i piani comunali per la mobilità ciclistica, in coerenza con il piano regionale e il piano provinciale, ove vigente. I piani comunali individuano e definiscono gli indirizzi, i criteri, i parametri e gli interventi necessari a livello comunale per la creazione di una rete di infrastrutture e di servizi per la mobilità ciclistica organica e funzionale.
I piani provinciali e i piani comunali individuano la rete ciclabile e ciclopedonale quale elemento integrante della rete di livello regionale e provinciale, prevedendo la connessione dei grandi attrattori di traffico, in particolare i centri scolastici e universitari, gli uffici pubblici, i centri commerciali, le aree industriali, il sistema della mobilità pubblica con particolare riferimento ai poli di interscambio modale e ai poli sanitari ed ospedalieri, alle aree verdi ricreative e sportive e, in generale, agli elementi di interesse sociale, storico, culturale e turistico di fruizione pubblica.
I comuni sedi di stazioni ferroviarie o di poli di interscambio modale, provvedono, all’interno o in prossimità delle suddette infrastrutture, alla realizzazione di ciclostazioni, ovvero di adeguati impianti per il deposito custodito di biciclette, con eventuale annesso servizio di noleggio e manutenzione.
Per la realizzazione delle ciclostazioni, i comuni possono stipulare convenzioni con le aziende che gestiscono le stazioni ferroviarie, metropolitane o di autolinee.
Gli interventi per la mobilità ciclistica, in conformità alla legge 19 ottobre 1998, n. 366, nel rispetto delle caratteristiche tecniche fissate dal decreto del Ministro dei lavori pubblici 30 novembre 1999, n. 557, sono finalizzati alla progettazione, realizzazione e promozione di:
a) reti urbane o extraurbane di itinerari e piste ciclabili e ciclopedonali;
b) itinerari ciclabili turistici e infrastrutture connesse;
c) poli di interscambio modale;
d) strutture e centri di servizio alla mobilità ciclistica, sia in ambito urbano che extraurbano.
a) realizzazione di sottopassi e sovrappassi ciclabili e ciclopedonali;
b) dotazioni infrastrutturali utili alla sicurezza del traffico ciclistico e motorizzato;
c) costruzione e dotazione di parcheggi attrezzati, liberi o custoditi, e di centri di noleggio riservati alle biciclette, prioritariamente in corrispondenza dei centri intermodali di trasporto pubblico, d’intesa con le società di gestione e presso strutture pubbliche;
d) messa in opera di segnaletica, verticale e orizzontale, specializzata per il traffico ciclistico, nonché di segnaletica integrativa dedicata agli itinerari ciclabili;
e) predisposizione di strutture mobili e di infrastrutture atte a realizzare l’intermodalità fra biciclette e mezzi di trasporto pubblico;
f) intese con i soggetti esercenti i servizi ferroviari e i gestori delle infrastrutture ferroviarie al fine di promuovere l’intermodalità tra la bicicletta e il treno, in particolare per la realizzazione di parcheggi per biciclette nelle aree di pertinenza delle stazioni ferroviarie e la promozione del trasporto della bicicletta al seguito;
g) intese con le aziende di trasporto pubblico per l’integrazione con l’uso della bicicletta, nonché per la predisposizione di strutture per il trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici;
h) realizzazione di servizi di biciclette a noleggio;
i) realizzazione di conferenze, attività culturali ed iniziative
educative atte a favorire la cultura della bicicletta come mezzo di trasporto;
j) attivazione presso gli enti preposti al turismo di servizi di informazione per cicloturisti;
k) redazione, pubblicazione e divulgazione di cartografia
specializzata, anche di tipo elettronico;
l) ogni ulteriore intervento finalizzato allo sviluppo ed alla sicurezza del traffico ciclistico, anche attraverso la creazione di punti di manutenzione della bicicletta, ed in particolare iniziative formative ed informative sull’utilizzo di protezioni del ciclista quali abbigliamento e casco.
La “nuova” normativa regionale si innesta sul DM 557/99, che prevede che gli enti locali si debbano dotare dei seguenti strumenti di pianificazione e di progettazione:
a) un piano della rete degli itinerari ciclabili, nel quale siano previsti gli interventi da realizzare, comprensivo dei dati sui flussi ciclistici, delle lunghezze dei tracciati, della stima economica di spesa e di una motivata scala di priorità e di tempi di realizzazione. Il livello di indagini preliminari e di dettaglio degli elaborati di piano deve essere adeguato alla estensione dimensionale della rete ciclabile ed alla complessità del modello di organizzazione della circolazione delle altre componenti di traffico.
Per i comuni che sono tenuti alla predisposizione del Piano urbano del traffico (PUT), ai sensi dell'articolo 36 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, il piano della rete ciclabile deve essere inserito in maniera organica, quale piano di settore, all'interno del PUT, secondo le indicazioni delle direttive ministeriali pubblicate nel supplemento ordinario n. 77 alla Gazzetta Ufficiale del 24 giugno 1995.
Per i comuni non tenuti alla predisposizione del PUT occorre comunque procedere ad una verifica di compatibilità, soprattutto ai fini della sicurezza, con le altre modalità di trasporto;
b) i progetti degli itinerari ciclabili, previsti dal piano di cui al punto a), che prevedano anche, ove necessario, la riqualificazione dello spazio stradale circostante; in particolare, i progetti devono considerare e prevedere adeguate soluzioni per favorire la sicurezza della mobilità ciclistica nei punti di maggior conflitto con i pedoni e i veicoli a motore (intersezioni, accessi a nodi attrattivi, ecc.).
La L.R. 6 giugno 2012, n. 27 all’art. 11 prevede per l’anno 2014 il concorso al finanziamento degli interventi di investimento per una spesa massima di euro 2.000.000. E’ quindi opportuno che gli enti fin da subito provvedano a predisporre la pianificazione per la mobilità in bicicletta, in modo da trovarsi “preparati” per la scadenza dei bandi regionali.