Pianificazione commerciale

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Dalla Lombardia arriva una sentenza del Consiglio di Stato che si ripercuoterà inevitabilmente su tutti i Comuni italiani (approfondisci).

La sentenza parlando del silenzio-assenso, implicitamente chiarisce e ribadisce un concetto fondamentale: limiti e divieti all'apertura di esercizi commerciali possono essere opposti solo se c'è una Programmazione Commerciale vigente e conforme alla normativa nazionale e alla normativa regionale che stabilisca in modo chiaro e coerente i criteri urbanistici, ambientali e sanitari che devono essere rispettati nelle diverse aree del territorio. Concetto, tra l'altro che trova ulteriore sviluppo e conferma, nella Direttiva Bolkenstein .

Ciò significa, ad esempio, che un supermercato di medie dimensioni potrebbe aprire senza ostacoli nel centro storico di un Comune che non abbia un piano di settore.

E' quindi essenziale, soprattutto in una Regione come la Toscana, con centri storici e aree di grandissimo pregio culturale, archittettonico e ambientale, che i Comuni procedano entro breve ad aggiornare i documenti di programmazione commerciale e urbanistica, prima che il processo di liberalizzazione degeneri in una deregulation dannosa per il patrimonio collettivo.

Il caso vede coinvolti il comune di Carate Brianza e l’impresa Mar market Spa. Il contenzioso ruota attorno alla validità giuridica del silenzio-assenso, previsto dall'art. 8 del D.Lgls 114/1998 (Decreto Bersani). Alla richiesta della società di aprire una media struttura di vendita il Comune non ha dato alcuna risposta, pertanto, trascorsi i termini previsti, la Mar market si è avvalsa del silenzio-assenso ed ha aperto. Il Comune si è opposto interpretando il decreto Bersani come programmatico e non precettivo.

Dopo una serie di ricorsi, culminati con l’appello al Consiglio di Stato, la sentenza ha aderito al secondo degli indirizzi citati (precettivo), ritenendolo coerente con i principi di celerità, di efficienza e di trasparenza dell’azione amministrativa, espressamente sanciti, nel nostro ordinamento, dalla legge 241/1990.

Il Decreto Bersani fa infatti esplicito riferimento a questi principi e alla legge 241/1990 quando prevede che le domande di autorizzazione per medie strutture di vendita vadano ritenute accolte qualora non venga comunicato il provvedimento di diniego entro un termine che, in ogni caso, non può essere superiore ai 90 giorni dalla data di ricevimento delle istanze. Il Comune può stabilire regole, vincoli e termini diversi, ma solo in specifici atti di programmazione, conformi alla normativa vigente. La mancanza della programmazione non può essere motivo di negazione o sospensione senza termini della domanda. Scaduti i 90 giorni la domanda va ritenuta accolta.

La sentenza implicitamente quindi ribadisce che liberalizzazione non vuol dire libertà senza regole. Limiti e divieti all'apertura di esercizi commerciali possono essere opposti, ma ci deve essere un atto di programmazione comunale che stabilisca in modo chiaro e coerente i criteri urbanistici, ambientali e sanitari che devono essere rispettati nelle diverse aree del territorio. Lo stesso concetto trova ulteriore sviluppo e conferma, nella Direttiva Bolkenstein, che, con l'approvazione del decreto attuativo, dovrebbe innescare una nuova ondata di liberalizzazioni nel settore della distribuzione e non solo.

Documenti di approfondimento:

I comuni che non rispettano i termini per adeguare gli strumenti urbanistici e commerciali vanno incontro ai seguenti problemi:

 

  1. impossibilità da parte del Comune di opporsi all'apertura di nuove strutture commerciali che chiederanno di insediarsi sul territorio; si tenga conto che in molti casi la normativa urbanistica in materia di commercio non è sufficientemente dettagliata rendendo, di fatto, ammissibile l’insediamento di medie e grandi strutture in aree urbane vulnerabili sotto l’aspetto commerciale, con ripercussioni negative sulla rete di vendita di vicinato, come confermato anche da recenti sentenze del Consiglio di Stato;
  2. inosservanza, non solo della normativa commerciale ma anche di quella urbanistica, in quanto è espressamente previsto dall’art. 7 del D.P.G.R. 3/R-2007 (Regolamento di attuazione delle disposizioni del Titolo V della L.R. n. 1/2005 - Norme per il governo del Territorio- ) che i Comuni definiscono il dimensionamento e i relativi standard urbanistici per le funzioni commerciali (vicinato e medie e grandi strutture di vendita).
  3. rinuncia alla programmazione di un importante settore economico, che può diventare un elemento trainante per l’economia locale, per la caratterizzazione delle città e del territorio e nella qualità della vita dei cittadini.

 

 

Le nostre competenze:

 

La Simurg Ricerche offre servizi di consulenza non solo per la programmazione della localizzazione dei punti vendita della stampa quotidiana e periodica, ma anche, e soprattutto, per la stesura del Programma Comunale, garantendo un supporto tecnico di alta qualità che vanta più di quindici anni d’esperienza nel settore commerciale.

 

Chi sono i nostri clienti:

 

La Simurg Ricerche svolge la sua attività di consulenza ed ausilio tecnico-informatico a sostegno delle Amministrazioni comunali, le quali dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice del Commercio della Regione Toscana (attraverso la L.R. 28/2005), del relativo Regolamento Attuativo ed, infine, delle modificazioni di questi ultimi per mezzo della L.R. 34/2007, si sono trovate a dover gestire il sistema della vendita della stampa quotidiana e periodica in maniera molto differente rispetto al passato. Secondo la nuova normativa, infatti, le Amministrazioni sono tenute a rinunciare alla semplice pianificazione di questo settore, per aprirsi, invece, ad un’attività di programmazione della vendita della stampa quotidiana e periodica. Questo implica che non si potrà più procedere come in passato stabilendo dei “casuali” contingenti numerici e/o fissando criteri di distanza tra i punti vendita. Attualmente, per garantire una gestione qualitativamente superiore della vendita della stampa, si dovranno effettuare studi accurati relativi a:

 

  1. territorio,
  2. popolazione residente e fluttuante (pendolarismo lavorativo o per motivi di studio);
  3. struttura per età della popolazione;
  4. livello socio-economico delle diverse zone;
  5. entità dei flussi turistici.

 

In questo contesto i servizi di consulenza, studio e ricerca si rivelano preziosissimi per fare delle scelte accurate e supportate dai dati reali raccolti nella fase di indagine conoscitiva preliminare. Con una conoscenza profonda della propria realtà territoriale l’Amministrazione comunale sarà in grado di predisporre un programma di vendita della stampa quotidiana e periodica che risponde alle esigenze dei consumatori, che agevola l’accesso degli utenti ai servizi di vendita, e che assicura la massima distribuzione dei prodotti editoriali.

 

Come operiamo:

 

Nella prima fase il nostro lavoro consiste nell’individuazione e nell’analisi di tutti i fattori che influenzano la vendita della stampa. Il nostro studio, quindi, avrà come oggetto:

 

  1. il territorio comunale (diviso in zone),
  2. l’andamento demografico,
  3. il numero di famiglie,
  4. la struttura per età dei residenti;
  5. il pendolarismo;
  6. il grado di concentrazione delle attività commerciali nelle diverse zone considerate;
  7. i consumi,
  8. la condizione sociale ed economica
  9. la consistenza dei flussi turistici.

 

Nella seconda fase, quella della programmazione vera e propria e della stesura del rapporto, i dati raccolti vengono elaborati, le variabili intervenienti (studiate nella prima fase del nostro lavoro) vengono pesate e, infine, attraverso alcuni semplici algoritmi si ottiene una risposta relativa a quale sia la migliore localizzazione dei punti vendita della stampa quotidiana e periodica. Partendo da queste nuove informazioni, dopo un confronto con la distribuzione attuale, si elaborano in forma scritta le proposte di modifica (o, in alternativa, si espongono le motivazioni che portano a ritenere del tutto adeguata la rete di vendita già esistente), i criteri per l’insediamento di nuovi punti vendita, i suggerimenti per migliorarne la qualità ed, infine, i consigli relativi agli standard strutturali che potrebbero essere inseriti per potenziare il servizio.

 

Quali obiettivi verranno raggiunti:

 

I Programmi consentiranno di ottenere:

- Un’articolazione equilibrata del sistema di vendita, con particolare attenzione all’adeguatezza della rete rispetto ad andamenti demografici, dinamiche dei consumi e flussi turistici;

- Uno sviluppo ed un miglioramento nella funzionalità della rete di vendita e nella qualità del servizio reso al consumatore;

- Un incremento della distribuzione nelle zone carenti di servizio, con particolare attenzione ai centri minori ed alle aree montane e rurali;

- La salvaguardia dei livelli quantitativi e qualitativi di occupazione del settore;

- Lo sviluppo di nuove funzioni della rete di vendita, ad esempio in direzione della promozione turistica e culturale del territorio.

 

Ecco lo schema sintetico di un nostro lavoro:

PROGRAMMAZIONE DEI PUNTI VENDITA DELLA STAMPA QUOTIDIANA E PERIODICA

Quadro normativo

Sintesi ed evoluzione del quadro normativo di riferimento con espliciti richiami alle leggi regionali ed eventualmente ai regolamenti locali del settore.

Analisi di contesto preliminare alla programmazione

Studio dei principali fattori che influenzano la programmazione:

  1. Divisione del territorio in zone omogenee ed analisi delle principali caratteristiche delle stesse.
  2. Analisi dei principali parametri che strutturano la domanda in ciascuna zona considerata: popolazione residente, popolazione pendolare (scuola, lavoro, turismo,etc.), numero di famiglie, struttura per età della popolazione, andamento dei consumi negli anni passati, condizione socio-economica.

Analisi della rete attuale dei punti vendita

Studio della distribuzione dei punti vendita della stampa quotidiana e periodica al fine di verificare la capillarità del sistema di distribuzione e la sua capacità di soddisfare le esigenze della popolazione in ciascuna zona

Cartografia della rete attuale

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Descrizione dei punti vendita

La presentazione comprende anche la predisposizione di schede di sintesi comprensive di immagini dei punti vendita e della cartografia che indica la loro localizzazione:

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Analisi della situazione dei principali assi viari

Il lavoro comprende l’elaborazione di immagini riassuntive come la seguente:

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Principali criticità riscontrate

Presentazione delle considerazioni scaturite dallo studio della condizione attuale della rete distributiva e focalizzazione dei principali problemi individuati (eventuali carenze della rete di vendita o possibile mancanza di copertura del servizio in alcune zone o assi viari ritenuti importanti)

Programmazione della rete di vendita in base all’analisi svolta

Presentazione delle proposte di modifica della rete esistente e individuazione dei criteri per l’insediamento di nuovi punti vendita esclusivi e non.

 

Il recepimento della Direttiva Bolkestein da parte dello Stato Italiano ha introdotto molte novità nel settore della distribuzione commerciale e della somministrazione. La liberalizzazione ha di fatto privato gli Enti Locali dei tradizionali strumenti di governo (e controllo) del territorio. Ciò rappresenta sicuramente un progresso, perché consente al mercato locale di aprirsi alla concorrenza con benefici notevoli per i consumatori. Ma richiede anche ai Comuni di trovare nuove forme di gestione del settore, che evitino che la giusta istanza di liberalizzazione introdotta dalla Bolkestein si traduca in nuove forme di monopolio e nella cannibalizzazione del territorio.

Inoltre, entro il 18 Ottobre 2009 i Comuni toscani, avrebbero già dovuto definire i criteri per l'insediamento e il dimensionamento delle attività commerciali di medie dimensioni, nel rispetto degli standard urbanistici previsti dalla normativa (approfondisci gli adempimenti necessari).

Siamo alla fine del 2010. I Comuni che non hanno ancora provveduto ad adeguarsi alle novità normative, oltre ad essere inadempienti sia rispetto alla normativa commerciale, sia rispetto alla normativa urbanistica, possono andare incontro a numerose conseguenze negative (approfondisci).

Di fatto i piani e i regolamenti vigenti, se non adeguati alle novità normative, non possono essere più applicati, soprattutto nelle parti che mettono vincoli all'apertura di nuove strutture di vendita. Come confermato anche da recenti sentenze del Consiglio di Stato, i Comuni senza piano rischiano di non potersi opporre ad una colonizzazione indiscriminata delle zone più pregiate del territorio da parte delle grandi catene di distribuzione commerciale.

E' quindi necessario procedere in tempi rapidi all'adeguamento degli strumenti urbanistici e commerciali.

Le nostre soluzioni: Il piano del commercio in 30 giorni

Simurg ha predisposto alcune soluzioni flessibili e personalizzabili che consentono in 30 giorni di:

  1. pianificare il commercio in sede fissa (vicinato, medie e grandi strutture);
  2. predisporre un regolamento amministrativo personalizzato per semplificare le procedure;
  3. gettare le basi per stimolare un nuovo sviluppo del settore.

 

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